News — 07 giugno 2013
Pescocostanzo, paese mobilitato contro la vendita dello storico Palazzo Colecchi

PESCOCOSTANZO - Un comitato giovanile di Pescocostanzo, spontaneamente costituito, si è attivato nei giorni di sabato 1 e domenica 2 giugno nella raccolta di firme per chiedere al sindaco di indire ai sensi dello Statuto Comunale un referendum consultivo in merito alla scelta di vendere Palazzo Colecchi, immobile monumentale settecentesco di alta valenza storica artistica ed architettonica.

“Abbiamo deciso di prendere questa iniziativa” dichiara Alessandro Di Pasquale, promotore del comitato, “a seguito della scelta del Comune di svendere un bene collettivo e in sole 36 ore abbiamo raccolto quasi 300 firme che abbiamo già consegnato. Ci siamo fermati a 300 firme in quanto sufficienti per richiedere la consultazione popolare, ma c’è un intero paese contrario alla vendita.

Le motivazioni della vendita secondo l’amministrazione comunale sarebbero da imputare ai tagli attuati dal governo centrale; in realtà si tratta solo di scelte politiche avventate, mirate a svendere il patrimonio pubblico. Manca un piano di reinvestimento dell’eventuale incasso derivante dalla vendita dell’immobile e soprattutto manca un’amministrazione dinamica capace di progettualità a lungo termine. Ed allora vendere per fare cosa? Non manca chi sostiene l’esistenza di un potenziale acquirente e d’altra parte chi ritiene che questo sia il modo più semplice per fare cassa ed utilizzare il ricavato per spese correnti. Se per far fronte alle spese di gestione ordinaria oggi si vende il patrimonio pubblico cosa venderanno i nostri figli domani? E soprattutto che ne sarà di Pescocostanzo.

Considerato che già c’era una sottoscrizione popolare (circa 500 firme) che chiedeva di destinare quell’immobile ad attività culturali e sociali appare chiara la volontà da parte dell’amministrazione comunale di escludere completamente la partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica.

Le notevoli dimensioni, la posizione strategica all’interno del centro storico e la presenza di un giardino esterno rendono il fabbricato adatto ad accogliere una molteplicità di servizi ed opportunità al cittadino. Pescocostanzo ed i Pescolani hanno bisogno di una Residenza per Anziani, di una sede del Parco Majella, e soprattutto di un centro Congressi con tutti gli annessi per la realizzazione del quale l’area di pertinenza esterna si presta molto bene. È questo il modo lungimirante per offrire servizi e contemporaneamente posti di lavoro, presupposti fondamentali in un paese democratico.

La salvaguardia dell’immobile, strettamente legata alla destagionalizzazione del turismo, potrà risultare fondamentali per la sopravvivenza del nostro piccolo borgo per cui crediamo che scelte politiche così importanti debbano essere sottoposte al giudizio della collettività a nostro parere decisamente contraria all’alienazione del bene”.

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